Le origini italiane nel teatro argentino
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Language: italian

Autore: Sergio Colella (a cura di )

E-book: clicca qui per la versione Kindle a USD 9,90

Collana "Culture & Progresso: Teatro"

ISBN 978-88-97789-77-2 | Pagine: 336 | Anno 2020

In questa pubblicazione si propongono opere del teatro argentino scritte da autori di origine italiana. In ordine alfabetico: Roberto "Tito" Cossa, Gonzalo Demaria, Armando Discepolo, Griselda Gambaro, Daniel Veronese e Patricia Zangaro.

Traduzioni a cura di Sergio Colella, Davide Confetto e Alina Narciso
. In copertina “Lontananze”, opera in ceramica e corallo di Giovanni Zoda.

Dal prologo di Gerardo Camilletti, Decano de Artes Dramáticas. Universidad Nacional de las Artes UNA di Buenos Aires. "...la scena, lo scenario, la pagina scritta, come un monito che ci ricorda che ancora siamo in viaggio, che ancora non calpestiamo alcun terreno stabile. La nostra drammaturgia è impregnata di tutto ciò, soprattutto quella di questi drammaturghi e drammaturghe che discendono da coloro che arrivarono in barca. Forse nell'atto dello scrivere e nel modo di rappresentare sulla scena permane un mandato familiare, come se coloro che raggiunsero il porto di Buenos Aires chiedessero silenziosamente un qualche territorio, un qualche posto dove rifugiarsi e sentire che sarà per sempre. Perche' il teatro, nonostante la sua natura effimera, è paradossalmente la più costante fra le invenzioni umane. In sintesi, quando pensiamo alla drammaturgia argentina ed alla nostra tradizione scenica, continuiamo a supporre di essere una specie di combinazione più o meno azzardata di tradizioni europee eterogenee. Ciononostante c’è una linea che attraversa e definisce una mappa molto chiara che, senza negare influenze ed apporti di altra origine, riconosce l’orma dell‘Italia dell’origine: nello sguardo pieno di nostalgia, nella parola sottolineata, nel gesto forte, si disegna una sorta di telone di fondo che abbraccia i gesti dei nostri attori e delle nostre attrici e che gocciola dalla penna dei nostri drammaturghi e drammaturghe. Una penna che continua a conservare il viavai delle barche.


Sergio Colella lavora da diversi anni nei settori dell’educazione e della formazione in ambito scolastico. La particolarità del suo lavoro è la centralità offerta all’esperienza artistica, in particolare quella teatrale, proposta come elemento innovativo e motivante nella ridefinizione dei processi e dei prodotti dell’insegnamento e dell’apprendimento. Tra le personali esperienze culturali e professionali di straordinario significato formativo è da sottolineare il periodo di attività teatrale svolto tra Milano e Buenos Aires con il gruppo Comuna Baires. Seguono poi per circa quindici anni i ruoli di responsabilità istituzionale come docente e dirigente scolastico MAE in Argentina, Cile, Uruguay e Venezuela. Obiettivo costante del suo lavoro è la continua ricerca di uno scambio culturale fra l’Italia e il mondo da realizzarsi per il tramite fondante dell’esperienza artistica. È autore di una serie di pubblicazioni sul tema della valorizzazione e la diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo. 

In copertina “Lontananze”, opera in ceramica e corallo di Giovanni Zoda

Giovanni Zoda (1980) siciliano, vive e lavora a Milano. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Catania ha conseguito un Master di perfezionamento in Arte per la Liturgia presso il Museo Staurós d’arte sacra contemporanea a San Gabriele dell’Addolorata e il Dottorato di ricerca in Arti e Multimedia all’Università Kore di Enna. Sue opere sono state esposte: alla 54a Biennale di Venezia, al Museo della Permanente e al Museo PAC di Milano, al Sølyst Center For Kunst & Kultur di Jyderup e al Chai du Terral di Saint Jean de Védas. Nel 2018 ha realizzato per la Bottega Treccani (Istituto per l’Enciclopedia Italiana), il design e le tavole pittoriche del testo di accompagnamento della “Penna Gioacchino Rossini”.