Language: italian
Autori: Ruggieri V. SJ, Douramani K., Caruso R.
E-book: disponibile anche nella versione Kindle Amazon (>>)
ISBN 978-88-97789-56-7 | Pagine: 192 | 2015
Un costume invalso nell’architettura cristiana d’Oriente è quello di volgere l’abside principale di qualsiasi chiesa verso est, a dire verso Gerusalemme. Non solo cosi un desiderio del cuore o della mente mosse i cristiani fin dalle origini del IV secolo a guardare a Gerusalemme come meta agognata dell’incontro col divino, ma anche gli innumerevoli altari – ove era celebrata l’eucaristia nell’impero romano d’Oriente – tendevano già verso Gerusalemme come sorgente di luce. E da quanto le pagine che seguono diranno, nella città di Gerusalemme il luogo per eccellenza che attraeva come magnete era il maestoso complesso dell’Anastasis, del Golgota e della Basilica attaccata ad ovest. Fermo restante questa attitudine spirituale verso il gruppo ecclesiastico relativo al Santo Sepolcro, si resta sorpresi, e con piacere, come le altre due fedi monoteiste vissute a Gerusalemme hanno avuto qualcosa di simile, di profondamente spirituale e sociale nel rapportarsi ad un luogo ritenuto per esse sacro. Una bella pagina di Abu Khalid Thawr, che morì a Gerusalemme probabilmente nel 770, afferma: «Il più santo luogo sulla terra è la Siria; il più santo luogo in Siria è la Palestina; il più santo luogo in Palestina è Gerusalemme; il più santo luogo in Gerusalemme è la Montagna; il più santo luogo sulla Montagna è il luogo dell’adorazione, e il più santo luogo sul posto dell’adorazione è la Cupola [la Cupola della Roccia]».